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Visualizzazione dei post da gennaio, 2015

Dieci dischi del 2014 meno brutti degli altri

Anche quest’anno è andato, e tra un flop degli Alt-J, l’ennesimo disco fotocopia della Garrincha e una raccolta di barzellette di Caparezza, effettivamente qualche bel disco è uscito. I due grandi luminari dell’arte qui presenti hanno provato a stilare una classifica delle dieci migliori uscite del 2014 e quindi eccovela qua servita. Speranzosi del fatto che almeno un album tra questi possa rientrare nei vostri gusti, vi auguriamo un 2015 ricco di musica e felicità. Fire! Orchestra – Enter Il posto di “album dell’anno” spetta per il 2014 agli svedesi Fire! Orchestra, collettivo di circa trenta musicisti i quali, dopo l’esordio dell’anno scorso, infondono in questo nuovo lavoro tutte le loro esperienze ed influenze musicali. L’opera riesce a far proprie le strutture tipiche delle big band degli anni ’40-’50 (come quella di Duke Ellington), limitando anzi l’elemento jazz quasi solo all’uso dei fiati: il gruppo ci spiazza in continuazione con chitarre distorte, lunghe digression

Un intruso in consulta

Vi siete mai chiesti come mai, alla presentazione delle liste per la rappresentanza d’istituto e di consulta, per la prima ci siano innumerevoli studenti che dibattono accanitamente per ottenere l’elezione, e per la seconda sia difficile trovarne perfino due? Qualcuno mi risponderà: “ E’ logico; noi alunni abbiamo la possibilità di ascoltare le varie proposte dei candidati per la rappresentanza d’istituto, coi i loro pro e contro, al fine di poter maturare un’opinione personale tale da permetterci di valutare una futura candidatura o meno, a seconda dell’interesse del singolo. Riguardo alla consulta, invece, non possiamo farci molto…a malapena sappiamo cos’è”. Ed ecco che si tocca così il punto fondamentale, dal quale vorrei proprio partire. Infatti, come tanti di voi “ben non sanno”, la consulta provinciale degli studenti (CPS) è un organismo istituzionale di rappresentanza studentesca su base provinciale, tanto utile quanto sconosciuto alla maggior parte dei ragazzi. Giovedì 11 dice

Verso la distruzione

...con lo stomaco pieno di tappi... All'inizio del nuovo millennio è ormai chiaro che, per la prima volta dall'estinzione dei dinosauri, il nostro pianeta sta vivendo enormi trasformazioni ambientali. Infatti , confrontando scatti degli ultimi cinquant’ anni con quelli di oggi, si apprende un’amara verità: per far spazio all’uomo,   stiamo distruggendo la natura . Poche informazioni vengono riportate su giornali, le azioni sono eseguite all’insaputa di tutti, come lo sfruttamento del suolo  o gli stermini di intere popolazioni animali per mano dell’uomo. Prendiamo come esempio quell’ animale i cui cuccioli ci fanno innamorare: la tigre. E’ un o dei più grandi felini della Terra e non ha predatori in natura, a parte l’uomo. N el mondo restano soltanto tremila e duecento tigri, un numero molto basso per un animale che contribuisce in maniera decisiva agli equilibri di alcuni degli ecosistemi più importanti del Pianeta Terra. Dal 1900 ad oggi la popolazione di tigre ha avu

Recensione Deep Dish

Sarebbe come spiegare a parole una geometria non necessariamente euclidea. Piani che si intersecano, spazi che si sovrappongono, solidi rotanti in un vuoto impuro, artificiale. Due universi che si compenetrano, il macrocosmo e il microcosmo di uno stesso ecosistema. Un tavolo che è un pranzo, che è un insieme di gesti, una nevrosi collettiva, un messaggio rispettoso. Una goccia cade pesante sul palco echeggiando, sempre più amplificata, aumenta il riverbero. Ed è soltanto l’inizio. Le intuizioni dell’arte concettuale rielaborate attraverso linguaggi espressivi più contemporanei, tramite una collaborazione e una saturazione di codici comunicativi posti su piani differenti ma in coesistenza tra loro, dal video alla forma umana. Una ricerca artistica pensata, voluta, risultato di un grande lavoro, una sinergia d’intenti. La coreografia di ogni istante, l’esattezza delle forme, lo spaesamento dell’insieme. Una rilettura del Barocco, la riscoperta di una vanitas umana forse semplicemen

Un salto nell'eclettismo di Man Ray

Per i cultori della fotografia in bianco e nero rimarrà fino all'11 gennaio a Villa Manin la mostra temporanea sull'opera di Man Ray, curata da Guido Comis e Antonio Giusa. Non visitatela, però, a cuor leggero – insomma, non pensate soltanto al Violon d'Ingres : nelle ben diciannove sale sono ospitate numerosissime fotografie, sia originali che ristampe degli anni '80, un'ammirevole collezioni di quadri e diverse sculture. Le prime sale istruiscono brevemente riguardo la vita e la formazione dell'artista, che vantava amicizie come quella di Picasso, Picabia, Duchamp (sono presenti opere anche di quest'ultimo, soprattutto concernenti la sua passione per gli scacchi). Dopo questa introduzione didattica in cui del fotografo in sé capiamo ben poco, la mostra ci catapulta in un salone buio che ospita due proiezioni a ripetizione di tutta l'opera filmica dell'artista, accompagnata dalle musiche di Teho Teardo: probabilmente la sala che merita più attenz

L’ambiguità della politica italiana

“Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra?” si domandava Giorgio Gaber nel 1994 in una sua celebre canzone. Se il cantante fosse ancora vivo al giorno d’oggi sarebbe probabilmente ancora più confuso.  I vari partiti politici del panorama italiano, infatti, sembrano distaccarsi dai loro valori storici e dalle basi ideologiche e non rientrare pienamente in nessuna categoria politica. Matteo Renzi alla sua convention La prima incongruenza tra ideologie fondanti e agenda politica si può individuare nel Partito Democratico di Matteo Renzi. Si tratta di una forza politica di centro sinistra (non dimentichiamoci che in Europa aderisce al Partito Socialista Europeo) e si basa quindi sul valore dell’uguaglianza sociale tra i cittadini. E in questa lotta per le pari opportunità e i diritti degli ultimi non stupisce che la sinistra abbia storicamente fatto forza comune con i sindacati, protettori dei lavoratori. Tuttavia, di recente, questo connubio sembra essersi incrinato. La riforma del la

Storia di un compito di matematica

“La matematica non sarà mai il mio mestiere” cantano a squarciagola i maturandi quando ascoltano Venditti per calmarsi (o stressarsi) prima del fatidico giorno d’inizio Esame. Una frase che unisce sotto un’unica bandiera gli studenti di qualsiasi scuola superiore; perché tutti, nella loro carriera scolastica,hanno l’onore di “assaggiare” questa disciplina che, senza dubbio, è tanto affascinante quanto complessa,sicuramente la più difficile da apprendere. Ma il momento più bello, e in questo caso noi dello scientifico ne siamo fin troppo abituati, è quello del compito di matematica, o più propriamente tema di matematica, la resa dei conti, lo scontro finale tra l’alunno e questa materia una volta finito l’argomento trattato. Dopo settimane e settimane di esercizi, dove l’ottimismo regna sovrano, ci si avvicina al giorno del giudizio. Mancano 7 rotazioni terrestri e si bruciano i libri delle altre materie, tanto si sa che d’ora in poi ogni pomeriggio sarà solo calcoli,equazioni,dimost

Il Marinelli produce i migliori universitari in regione

I Marinelliani se la cavano meglio all’università rispetto ai colleghi delle altre scuole friulane. A testimoniarlo è Eduscopio, un portale ideato dalla fondazione Giovanni Agnelli che analizza tutti i licei italiani e li pone a confronto, basandosi sui risultati che gli ex-alunni ottengono nel primo anno universitario. Un successo che parte già dalla quinta, considerando che i Marinelliani, con un voto medio di 79.8 (tra coloro che si sono poi iscritti all’università) e 74.9 (tra quelli che non hanno in seguito proseguito gli studi) ottengono il diploma di maturità con i risultati migliori. Il liceo Oberdan di Trieste si ferma ad un 78.3, e il Copernico a 75.7. Più significativi sono i dati riguardanti il percorso universitario. Gli studenti del Marinelli concludono il primo anno universitario con la media del 29.2, battendo la concorrenza degli altri studenti friulani o dei “rivali” Copernicani che ottengono una media del 28.11. Tuttavia si sa, in Italia il problema non è solo co

Interstellar, citazioni colte e spazi pentadimensionali

L'ultimo Nolan dura il doppio di Gravity ed è bello la metà «Infuria, infuria contro il morire della luce», scriveva Dylan Thomas nel 1951. Ora la Terra è afflitta da tempeste di sabbia, le risorse naturali vanno finendo e gli uomini si sono fatti agricoltori per supplire a questa scarsità. Cooper, ex-astronauta che mal sopporta la propria vita tra i campi della provincia americana, scopre, grazie a un'intuizione della figlia Murph, una base segreta della NASA  dove i migliori astrofisici al mondo stanno lavorando in gran segreto per preservare la specie umana. In che modo ciò è possibile? Si tratta di  sfruttare un wormhole (un cunicolo spazio-temporale) per raggiungere un'altra galassia, la quale, si spera, conterrà pianeti vivibili. E chi più di Cooper è destinato a intraprendere questo viaggio? Murph sembra non capire l'importanza del viaggio del padre e, complice un effetto dei viaggi interstellari (la sensibile relatività del tempo), non potrà perdonargli l&#

Libri cartacei o tablet?

Il tempo scorre, veloce e dritto come un treno. E così la società, nell’ardua impresa di reggergli il passo, si sviluppa, si trasforma e si evolve. Ci siamo lasciati indietro molte cose e ne abbiamo create altre; basti pensare ai nostri nonni, che hanno vissuto la loro giovinezza senza la televisione, o ai nostri genitori, che per organizzare un giro in centro con gli amici dovevano chiamare al telefono di casa o suonare al campanello. Vanno senza dubbio lodati i grandi scienziati, grazie al contributo dei quali la nostra vita è divenuta più comoda e semplice. Ma ora questo “culto” della tecnologia sta invadendo ciò che dovrebbe solo supportare, creando così dibattiti e discussioni. Molti ritengono, per esempio, che l’uso dei tablet a scuola, sostituendo di fatto i nostri cari libri, sia la svolta vincente, ciò che potrebbe trasformare la monotona e tediosa lezione in un qualcosa di interessante e stimolante. E così eccoli che si risvegliano dal loro letargo i tanti amanti del nuovo,

Una lancia spezzata per il Jobs Act

Non c’è che dire, questo non è proprio un governo di pacificazione! Ogni dichiarazione, atto o, peggio, azione governativa è sempre accompagnato da un lungo coro di critiche se non di insulti, soprattutto dalla sinistra sindacale e dalla rinascente destra. Il provvedimento che ha sollevato maggiori mobilitazioni e contestazioni è sicuramente il Jobs Act, la riforma del lavoro, che porta con sé tutte le polemiche legate al famoso articolo 18. Forse, per una volta, è utile fare qualche richiamo storico. Lo Statuto dei Lavoratori, del 1970, è ancora oggi l’ossatura portante dell’attuale diritto di lavoro italiano: regola i rapporti fra il datore di retribuzione e i lavoratori, sancisce i diritti di questi ultimi e la loro rappresentanza sindacale. Fu una cosa fondamentale e di grande rilevanza per l’Italia dell’epoca, ma stiamo parlando di più di quarant’anni fa, i tempi in cui i Beatles pubblicavano il loro ultimo album, il muro di Berlino era ancora bello saldo ed era appena terminat

Una “lezione” dal Congo

In situazioni di guerra, la forza nell’affrontare le sfide della vita non è facile da trovare. Uno dei progetti a cui alcune classi hanno partecipato, è quello riguardante le guerre poco conosciute, nello specifico quelle in Congo, di cui troppa poca gente sa o vuole parlare. L’intervento è stato tenuto dal missionario saveriano di origine congolese Raymond Tresor , il quale ha illustrato la tremenda situazione che ancora esiste nelle zone di guerra dalle quali proviene. Sig. Raymond, a che livello è l’istruzione delle popolazioni nei luoghi di guerra? Lì è difficile parlare di livello di istruzione. Nelle città ovviamente le scuole e le università funzionano normalmente, ma nelle zone lontane, di scuola non se ne parla neanche. Come fa ad andare a scuola un bambino che fugge dalla guerra tutti i giorni? È una situazione tremenda. Cosa si sentirebbe di dire a noi studenti riguardo a tutte le atrocità delle guerre dimenticate? Ritiene che i mezzi di comunicazione ne p