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Visualizzazione dei post da febbraio, 2015

La belle epoque è finita, l’Europa non se n’è accorta

Si parla di giustizia e di diritti, fantasticando su utopiche paci laddove vige eterna la guerra e su come conseguirle. Si parla di crisi, con l’ottimismo ingenuo di chi si incaponisce sperando che il modello liberista si possa ancora salvare. Si parla di tutti i “grattacapi universali”, affrontandoli con un ideologismo di fondo terribilmente limitante. Accomodati nelle loro morbide poltrone, i potenti capi di Stato europei se la spassano con i propri colleghi americani – amici veramente? -,  rimanendo fortemente affezionati alla mera illusione di un’ Europa al centro del mondo, un sistema eurocentrico allettante, ma conclusosi ormai da tempo. Conclusosi per tutti in maniera inequivocabile, tranne proprio per chi possiede le redini del Vecchio Continente, per chi dovrebbe sapere cosa fare e che ruolo avere. Perché, al giorno d’oggi, che ruolo ha, effettivamente, l’Europa? Dopo esserci lasciati indietro un secolo dove America e Russia han giocato al gatto e il topo per contendersi il

Recensione Marzo

Epoche, la scena di un disastro. Quel che resta, terra bruciata, uomini che non sembrano essere più capaci di essere tali. E la guerra. Uno spettacolo che porta lontano, contempla il distante ma necessariamente si fonda sulla vicinanza, sul contatto per lo meno visivo. La danza non è un linguaggio semplice, non vuole farsi capire per vie razionali. Bisogna porsi nell’ottica del non convincersi, della partecipazione attiva alla battaglia. Perché se è nel palco che prende forma la violenza è al pubblico che viene chiesto di giudicarla. Quanta maestria ci vuole per rappresentare in maniera non banale una semplice storia d’amore, per avere la forza di assediare il midollo della natura umana, la verità degli istinti. Scenari apocalittici, da fine del mondo; un ossimoro rispetto al titolo dello spettacolo “Marzo”, quasi che alla fine, riducendosi all’essenza, tutto si giochi su un concatenamento di conflitti, amore/odio, umano/inumano,… la guerra come un motore vorace del mondo, la nu